Teatro

Intervista a Rosario Ferro

Intervista a Rosario Ferro

È in scena al teatro Il Primo, Annella di Portacapuana , riletta da Mario Brancaccio, per la regia di Rosario Ferro. Un testo classico del teatro in vernacolo del '700, di D'Avino.

Ferro, come mai l’avete trasportata nella seconda metà dell''800?
“Annella è un testo settecentesco ambientato alle soglie del '900 per legarlo alle canzoni. Ho scelto le più rappresentative, indimenticabili: Funiculì funiculà, Scetate, Lariulà, Fortunella. La rumba degli Scugnizzi e ‘A cura 'e mammà non sono di fine '800 ma sono talmente belle che non possiamo datarle. Le canzoni, che si avvalgono degli arrangiamenti miei e di Marco Mussomeli, scrivono l'intera storia. Una perla è Scetate, un omaggio che ho voluto fare al pesarese Rossini per ricambiare la sua Tarantella: un giovane tenore esegue, nel secondo tempo, il brano di un minuto e venti nel registro di Caruso, un inciso su una base antica”.

Qual è la sua lettura di “Annella”?
“Molti ricorderanno la versione con la Conte e Mastelloni: questa è diversa. Ho voluto un racconto corale: tutti i personaggi, da Cuosemo a Capasecca, da Porzia a Meniello al mio Mastu Cianno ricoprono un ruolo di primo piano. Anche il figlio di Cinzia, Marco Calone, interpreta il ruolo di uno scugnizziello, poche battute ma efficaci. Annella è un lavoro molto popolare, che si adatta a qualsiasi epoca: è un musical commedianapoletana da non perdere per le belle canzoni, la risata facile, la comicità ingenua. Un bel lavoro per le famiglie”.

Non teme accuse di oleografia?
“Non le temo, perché questo spaccato popolare è una parte di Napoli, com'era e un po' com'è. Con queste canzoni ho scelto la cartolina più bella che c'è! Non apprezzo le versioni minimaliste o che travisano i classici”.

Anche i costumi sono suoi?
“Si, li ho immaginati e fatti realizzare inserendo tocchi settecenteschi su modelli di base di fine '800. Cinzia è l'unica attrice vestita completamente in stile ottocentesco. Cura le coreografie Giuliana Aloperto. Vorrei sottolineare il bel lavoro fatto dai nove giovani, Massimo Odierna in primis, allievi di Tonino Di Ronza, che si diplomano quest'anno all'Accademia del Primo, diretta da Elio Pandolfi. Con le loro scene estremamente curate mi hanno iniettato energia”.

Dopo “Save the Primo” cosa avete ottenuto dalle istituzioni cittadine e nazionali? Come andate avanti?
“Andiamo avanti solo con la buona volontà. Non riceviamo un euro dalle istituzioni, nonostante le promesse”. D. Rosario Ferro è attore/autore di teatro, cinema, televisione: dov'è il suo cuore? “Il mio cuore è perso nel teatro, tuttavia ho un piccolo sogno: mi iacerebbe interpretare un personaggio di una sit-com: sarebbe una bella, nuova esperienza”.

Intervista di Maresa Galli